martedì 14 febbraio 2017

Lettere d'amore






 Lei era una studentessa, lui pittore affermato. Si conoscono e si sposano, poi lui comincia a tradirla. Ecco una lettera della giovane a Diego Rivera.

“La mia notte è senza luna. La mia notte ha grandi occhi che guardano fissi una luce grigia che filtra dalle finestre. La mia notte piange e il cuscino diventa umido e freddo. La mia notte è lunga e sembra tesa verso una fine incerta. La mia notte mi precipita nella tua assenza. Ti cerco, cerco il tuo corpo immenso vicino al mio, il tuo respiro, il tuo odore. La mia notte mi risponde: vuoto; la mia notte mi dà freddo e solitudine. Cerco un punto di contatto: la tua pelle. Dove sei? Dove sei? Mi giro da tutte le parti, il cuscino umido, la mia guancia vi si appiccica, i capelli bagnati contro le tempie. Non è possibile che tu non sia qui. La mie mente vaga, i miei pensieri vanno, vengono e si affollano, il mio corpo non può comprendere. Il mio corpo ti vorrebbe. Il mio corpo, quest’area mutilata, vorrebbe per un attimo dimenticarsi nel tuo calore, il mio corpo reclama qualche ora di serenità. La mia notte è un cuore ridotto a uno straccio. La mia notte sa che mi piacerebbe guardarti, seguire con le mani ogni curva del tuo corpo, riconoscere il tuo viso e accarezzarlo. La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. La mia notte palpita d’amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra. La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce. Eppure vorrebbe chiamarti e trovarti e stringersi a te per un attimo e dimenticare questo tempo che massacra. Il mio corpo non può comprendere. Ha bisogno di te quanto me, può darsi che in fondo, io e il mio corpo, formiamo un tutt’uno. Il mio corpo ha bisogno di te, spesso mi hai quasi guarita. La mia notte si scava fino a non sentire più la carne e il sentimento diventa più forte, più acuto, privo della sostanza materiale. La mia notte mi brucia d’amore.”
Frida Kahlo




 Per tre lunghi anni Italo Calvino ebbe una relazione con l’attrice Elsa De Giorgi.  Dei due amanti sono rimaste circa 300 lettere, conservate dal 1994. Nella sua relazione extraconiugale, Calvino si dimostra amante appassionato.

"Cara, amore ho sempre un’apprensione quando apro una tua lettera e uno slancio enorme di gratitudine e amore leggendo le tue parole d’amore. Il ritratto del giovane P.P. [Pier Paolo Pasolini, ndr] è molto bello, uno dei migliori della tua vena ritrattistica, di questa tua intelligenza delle personalità umane fatta di discrezione e capacità di intendere i tipi più diversi,questa tua gran dote largamente provata nei coetanei. È la stessa dote che portata all’estremo accanimento dell’amore ti fa dire delle cose così acute e sorprendenti quando parli con me di me che ti sto a sentire a bocca aperta, abbacinato un insieme d’ammirazione per l’intelligenza, o incontenibile narcisismo, e di gratitudine amorosa. Ho più che mai bisogno di stare fra le tue braccia. E questo tuo ghiribizzo di civettare che ora ti ripiglia non mi piace niente, lo giudico un’intrusione di un moti psicologico completamente estraneo all’atmosfera che deve reagire tra noi. Gioia cara, vorrei una stagione in cui non ci fossi per me che tu e carta bianca e voglia di scrivere cose limpide e felici. Una stagione e non la vita? Ora basta, perché ho cominciato così questa lettera, io voglio scrivere del nostro amore, voglio amarti scrivendo, prenderti scrivendo, non altro. È forse anche qui la paura di soffrire che prende il sopravvento? Cara, cara, mi conosci troppo, ma no, troppo poco, devo ancora farmi conoscere da te, devo ancora scoprirmi a te, stupirti, ho bisogno di farmi ammirare da te come io continuamente ti ammiro. Sto scrivendo una cosa su Thomas Mann per il Contemporaneo sotto forma di lettera su cosa significa per me il suo atteggiamento d’uomo classico e razionale al cospetto dell’estrema crisi romantica e irrazionale del nostro tempo. Sono temi che ritornano puntualmente nella cultura e nell’arte contemporanea come nella mia vita: il mio rapporto con Pavese, o la coscienza della poesia, il mio rapporto con te, o la coscienza dell’amore. Io voglio scrivere del nostro amore, voglio amarti scrivendo, prenderti scrivendo, non altro, siamo davvero drogati: non posso vivere fuori dal cerchio magico del nostro amore.”
Italo Calvino

giovedì 2 febbraio 2017

René Gruau, il più raffinato illustratore di moda del 900.



Nasce nel 4 febbraio 1909 a Rimini uno dei grandi artisti dell’ultimo secolo: Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate in arte René Gruau, illustratore di moda, pittore, scenografo e costumista, conosciuto in tutto il mondo, ha saputo rendere la sua arte immortale nel tempo.
Di madre francese (nobile Maie de Gruau de la Chesnaie) e padre italiano (conte Alessandro Zavagli Ricciardelli delle Caminate). Dai racconti dello stesso Renato sappiamo che i genitori si separarono quando egli era ancora bambino, ed a seguito di questa separazione René prese il cognome della madre. A circa 20 anni Renato si trasferirà a Parigi dove avranno inizio quelle importanti collaborazioni che ne segneranno la carriera. Riviste di moda (Femina, Marie-Claire, L’Officiel), manifesti, illustrazioni, in breve tempo il suo tocco, la sua abilità ed i suoi colori, lo porteranno ad essere il più apprezzato illustratore della sua epoca.


          
Magazine Illustration
René Gruau, 1947
  
Madame Gres, 1948
Per Christian Dior Rene Gruau, 1955
René Gruau per Dior
René Gruau per Laura Biagotti, 1981
René Gruau - affiche per Mouline Rouge, 1983 
Per il cinema 
produsse solo l'affiche della riedizione del film "La Dolce Vita" 
di Federico Fellini nel 1981. 
 
Eau Sauvage by Christian Dior. By Rene Gruau. 1975