mercoledì 30 dicembre 2015

Henri Matisse: le Odalische

Henri Matisse, pittore francese esponente principale del movimento fauve, nasce in Francia, a Cateau-Cambrésis il 31 dicembre del 1869.
In età adulta, non soddisfatto dei suoi studi liceali e giuridici, egli comincia a dedicarsi all'arte, passione che coltiva ancor più intensamente nel 1890, anno in cui essendo costretto a rimanere a letto si dedica completamente alla pittura realizzando alcune nature morte.
All'età di 22 anni abbandona la carriera giuridica e s'iscrive all'Accademia Julian "Adolphe William Bouguereau".
Lo stile di Matisse nei primi anni è dunque un naturalismo convenzionale che risente delle influenze accademiche dei suoi primi maestri, poi però, col passare del tempo, egli si avvicina all’arte contemporanea, soprattutto a quella degli impressionisti, che comincia a sperimentare, conquistandosi fama di ribelle.
La caratteristica principale dell’arte di Matisse è l’uso del colore per la creazione di sagome e per l’organizzazione di piani spaziali: il colore diventa così lo strumento principale per la riuscita delle sue opere.
Attorno al 1903 Matisse entra in contatto con il puntinismo di Henri Edmond Cross e Paul Signac , i quali, per raggiungere il massimo grado d’intensità cromatica, stanno sperimentando una nuova tecnica pittorica che consiste nel giustapporre sulla tela piccole pennellate (spesso "punti") di colore puro.
Matisse però, oltre ad adottare questa tecnica, la modifica utilizzando pennellate più ampie e già nel 1905 produce alcune vigorose immagini a colori, tra cui la “Striscia verde” (ossia “Madame Matisse”).
Nello stesso anno Matisse espone assieme alle opere di André Derain e Maurice de Vlaminck alcuni suoi dipinti e durante l’esposizione il gruppo viene soprannominato "les fauves" (letteralmente "le bestie selvatiche") per l’uso di colori vivi, la distorsione e la violenza espressiva delle forme.
Matisse, esponente di punta dell’arte radicale, comincia così a riscuotere l’approvazione di numerosi critici e collezionisti, tra cui la scrittrice statunitense Gertrude Stein e la sua famiglia.
Fra le molte importanti commissioni ricevute vi è quella di un collezionista russo per il quale esegue i pannelli murali “ La Danza” e “ La Musica” (entrambi terminati nel 1911, ora all’Hermitage , San Pietroburgo). Temi, questi, che ben si adattavano alla sua personalità, consentendogli di inventare linee e di giocare con le forme e i colori.
Secondo Matisse, infatti, poiché l’artista non possiede il completo controllo sul colore e sulle forme (bensì sono proprio questi ultimi a suggerirgli come deve esprimersi attraverso la loro utilizzazione), nella creazione di un’opera d’arte l’istinto e l’intuizione sono due capacità fondamentali.
Per lui dipingere è un divertimento; spesso sottolinea la sua gioia nell’abbandonarsi al gioco delle forze del colore e del disegno e spiega le forme ritmiche, ma distorte di molte sue figure come frutto della ricerca di un’armonia generale del dipinto.
Dal 1920 Matisse trascorre moltissimo tempo nel sud della Francia, in particolare a Nizza, ritraendo immagini del luogo e creando la celebre serie delle Odalische.
Ormai anziano, oltre a lavorare alla decorazione della piccola Cappella di Sainte-Marie du Rosaire a Vence, che esegue tra il 1947 e il 1951, Matisse realizza opere con l’arte del découpage, che consiste in ritagli di carta di colore vivace incollati sulla tela secondo criteri apparentemente casuali.
Ancora vivente, Matisse gode di fama internazionale e nel 1952 viene inaugurato a Cateau-Cambrésis un museo in suo onore.
Muore nel 1954.                                                                                                        Liberamente tratto da Settemuse






















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