martedì 24 marzo 2015

Lawrence Ferlinghetti

 "Cos'è la poesia"

Poesia è
notizie dalla frontiera
della coscienza

Poesia è
il grido che grideremmo
al risveglio in una selva oscura
nel mezzo del cammin
di nostra vita

Una poesia è uno specchio
che percorre una via alta
colma di delizie visive

Poesia è lamina luccicante
dell'immaginazione
deve risplendere
e quasi accecarti

Il sole che irraggia
nelle reti del mattino

È notti bianche e
bocche di desiderio

È fatta
di aloni in dissolvenza
in oceani di suoni

È battute di strada
di angeli e diavoli

È un divano ricolmo di cantanti ciechi
dimentichi dei loro bastoni

Una poesia deve levarsi all'estasi
in qualche punto tra parola e canto

Che canti una poesia
ti voli via
o è anatra morta
dall'anima di prosa

Poesia è anarchia dei sensi
che si fa senso

Poesia è tutto
quanto nato alato canta

Come un vaso di rose una poesia
non la si deve
spiegare

Poesia è una voce di dissenso
contro lo spreco di parole
e la pletora folle della stampa

È ciò che sta
fra le righe

È fatta
da sillabe di sogni

È grida lontane lontano
su una spiaggia al calar della notte

È un faro
che muove il suo megafono
al di sopra del mare

È una foto di Ma'
in reggiseno Woolworth
che guarda dal vetro
un giardino segreto

È un Arabo che trasporta
tappeti variopinti ed uccelliere
per le strade
in una grande metropoli

Una poesia la si può fare in casa
con ingredienti di tutti i giorni
Sta in una pagina sola
ma può riempire un mondo e
sta bene nella tasca di un cuore

Il poeta è un cantante di strada
che salva strade-gatte d'amore

Poesia è pensiero-cuscino
dopo un rapporto

È distillato di animali articolati
che si chiamano l'un l'altro
traverso un golfo immenso

È frammento pulsante
di vita interiore
musica senza collare

È dialogo
di statue nude

È suono d'estate nella pioggia
e di gente che ride
dietro persiane chiuse
al fondo di un vicolo di notte

È lampadina spoglia
di un hotel di vagabondi
che illumina nudità
della mente e del cuore

Lasciate che il poeta sia animale da canto
fattosi lenone
per un re d'anarchia

Poesia è
lirica intelligenza incomparabile
volta a significare
varietà cinquantasette di esperienza

Poesia è una casa alta di echi
di ogni voce che abbia detto mai
qualcosa di folle
o meraviglia

Poesia è un'incursione sovversiva
sull'obliata lingua
dell'inconscio collettivo

Poesia è vero canarino in una miniera di carbone
e noi sappiamo perchè l'uccello in gabbia canti

Poesia è l'ombra gettata dalle nostre
immaginazioni-lampione

È voce
della Quarta Persona Singolare

È voce
entro la voce della tartaruga

È faccia
dietro la la faccia della razza

Poesia è fatta di pensieri-notte
Se può strapparsi via dall'illusione
non sarà rinnegata
prima d'alba

Poesia si fa evaporando
la risata liquida della gioventù

Poesia è libro di luce nella notte
che disperde nuvole di inconsapevolezza

Ode il bisbiglio
di elefanti e vede
quanti angeli danzano
su una punta di spillo

È un ronzare un lamentarsi estatico
ridendo un sospirare all'alba
una risata soffice selvaggia

È Gestalt finale
dell'immaginazione

Sia poesia emozione
ritrovata in emozione

Le parole sono fossili viventi
Ricomponga il poeta la
fera feroce
e la faccia cantare

Grande è un poeta solo quanto il suo orecchio
peccato se di latta

Poesia è lotta continua
contro silenzio, esilio inganno

Il poeta è un baluardo sovversivo
alle soglie della città
che sfida costantemente
il nostro status quo

È maestro d'ontologia
che interroga costantemente la realtà
e la reinventa

Prepara drink
dai liquori insani
dell'immaginazione
e perpetuamente si stupisce
che nessuno barcolli

Dovrebbe essere oscuro imbonitore
alle tende dell'esistenza

Poesia è quanto si ode dai tombini
echi di fuga del fuoco di Dante

Poesia è religione
religione poesia

È il ronzio di falene
cerchio intorno alla fiamma

È una barca di legno ormeggiata nell'ombra
sotto un salice in lacrime
entro l'ansa di un fiume

Il poeta deve avere un grandangolo
sguarda un mondo ogni sguardo
e il concreto è più poetico

Poesia
non è tutta eroina cavalli e Rimbaud
È anche preghiere impotenti
di passeggeri d'aereo
cinture allacciate
per la discesa finale

Poesia è vero oggetto
di grande prosa

Dice l'indicibile
Pronuncia l'impronunciabile
sospiro del cuore

Ogni poesia una temporanea follia
e l'irreale è il più realistico

Sia poesia ancora
tocco ribelle
alle porte dell'ignoto

Una poesia è sua stessa Coney Island
della mente
proprio circo dell'anima
Far Rockaway del cuore

Lasciate che un nuovo lirismo

salvi il mondo da sé!

Manifesto populista 
Per i poeti, con amore

Poeti, uscite dai vostri studi,
aprite le vostre finestre, aprite le vostre porte 
siete stati ritirati troppo a lungo 
nei vostri mondi chiusi. 
Scendete, scendete
dalle vostre Russian Hills e dalle vostre Telegraph Hills 
dalle vostre Beacon Hills e dalle vostre Chapel Hills 
dalle vostre Brooklyn Heights e dai Montparnasse, 
giù dalle vostre basse colline e dalle montagne, 
fuori dai vostri tepees e dalle domes. 
Gli alberi stanno cadendo ancora 
e non andremo più nei boschi. 
Non è il momento ora di sedersi tra loro 
quando l’uomo incendia la propria casa 
per arrostire il maiale.
Non si canta più Hare Krishna 
mentre Roma brucia. 
San Francisco sta bruciando
la Mosca di Mayakovsky sta bruciando 
i combustibili fossili della vita. 
La Notte e il Cavallo si avvicinano 
mangiando luce, calore e potere 
e le nuvole hanno i calzoni.
Non è il momento ora di nascondersi per l’artista 
sopra, oltre, dietro le scene, 
indifferente, tagliandosi le unghie, 
purificandosi fuori dall’esistenza.
Non è il momento ora per i nostri piccoli giochi letterari, 
non è il momento ora per le nostre paranoie & ipocondrie, 
non è il momento ora per la paura e il disgusto, 
è il momento solo per la luce e l’amore.
Abbiamo visto le migliori menti della nostra generazione 
distrutte dalla noia ai readings di poesia. 
La poesia non è una società segreta, 
né un tempio.
Le parole & i canti segreti non servono più. 
L’ora di emettere l’OM è passata,
viene il momento di cantare un lamento funebre,
un momento per cantare un lamento funebre e per gioire 
sulla fine in arrivo
della civiltà industriale
che è nociva per la terra e per l’Uomo. 
Il momento ora di esporsi 
nella completa posizione del loto 
con gli occhi completamente aperti,
il momento ora di,aprire le vostre bocche 
con un nuovo discorso aperto,
il momento ora di comunicare con tutti gli esseri coscienti, 
tutti voi « Poeti delle Città »
appesi nei musei, includendo me stesso, 
tutti voi poeti del poeta che scrive la poesia 
sulla poesia
tutti voi poeti di poesia da workshop
nel cuore–giungla d’America, 
tutti voi addomesticati Ezra Pound, 
tutti voi poeti pazzi, sballati, da collage,
tutti voi poeti di Poesia Concrete pre–compressa, 
tutti voi poeti da cunniligio,
tutti voi poeti da gabinetto a pagamento che vi lamentate con graffiti,
tutti voi ritmatori da metropolitana che non ritmate mai sulle betulle,
tutti voi padroni della segheria haiku 
nella Siberia d’America,
tutti voi non realisti senza occhi,
tutti voi supersurrealisti autonascosti, 
tutti voi visionari da camera da letto, 
ed agitprop da gabinetto, 
tutti voi poeti alla Groucho Marxista 
e Compagni di ozio di classe 
che restano inattivi tutto il giorno
e che parlano del lavoro di classe del proletariato, 
tutti voi anarchici Cattolici della poesia,
tutti voi Neri Montanari della poesia,
tutti voi Brahamini di Boston e bucolici di Bolinas, 
tutte voi baby–sitters della poesia, 
tutti voi fratelli zen della poesia, 
tutti voi amanti suicidi della poesia, 
tutti voi grassi professori della poesia, 
tutti voi critici di poesia
che bevete il sangue dei poeti, 
tutti voi Poliziotti della Poesia –
Dove sono i figli selvaggi di Whitman, 
dov’è la grande voce che parla ad alta voce 
con un senso di dolcezza e di sublimità, 
dov’è la nuova grande visione, 
la grande visione del mondo, 
l’elevata canzone profetica 
dell’immensa terra
e tutto ciò che canta in essa
e il nostro rapporto con essa – 
Poeti, scendete
nelle strade del mondo ancora una volta 
e aprite le menti e gli occhi 
con la vecchia delizia visuale, 
schiarite la gola e parlate più forte, 
la poesia è ,morta, lunga vita alla poesia 
con occhi terribili e forza di bufalo. 
Non aspettate la rivoluzione 
o succederà senza di voi.
Smettete di mormorare e parlate ad alta voce 
con una nuova poesia completamente aperta
con una nuova comune-sensuale « comprensione–pubblica » 
con altri livelli soggettivi
od altri livelli sovversivi,
un diapason nell’orecchio interno 
per colpire sotto la superfice.
Del vostro dolce lo che ancora cantate 
ancora esprimete « la parola en-masse » – 
Poesia il veicolo comune 
per il trasporto del pubblico 
verso luoghi più alti
di altre ruote che possano portarla. 
Poesia che ancora cade dai cieli 
dentro le nostre strade ancora aperte.
Loro non hanno ancora innalzato barricate,
le strade animate ancora con visi,
uomini & donne attraenti camminano ancora qui, 
dovunque ancora attraenti creature, 
negli occhi di tutti il segreto di tutti 
qui ancora sepolto,
i selvaggi figli di Whitman qui ancora dormono, 
si svegliano e camminano nell’aria aperta.


Canto di vagabondo

Andiamo
Venite 
Andiamo
Vuotiamo le tasche 
e scompariamo.
Mancheremo a tutti gli appuntamenti 
ci rifaremo vivi tra anni 
con la barba lunga 
vecchie cartine da sigarette 
attaccate ai pantaloni 
foglie nei capelli
Non ci preoccupiamo 
più
dei pagamenti. 
Che vengano pure 
a prendersi 
tutto ciò
per cui stavamo pagando. 
E si prendano anche noi.

Alziamoci e andiamo
dove i cani la fanno 
Sulla Collina
dove conservano i terremoti 
dietro l’immondezzaio della città 
perduti tra tubature del gas e spazzatura 
Andiamo a vedere cos’è 
l’Immondezzaio Cittadino. 
Paese mio è per te che piango. 
Leviamoci di mezzo 
in cimiteri d’automobili
riappariremo tra qualche anno 
a raccogliere stracci e giornali 
asciugarci mutande 
rattoppate al sedere 
ai fuochi di spazzatura. 
Non prendiamoci la briga 
di dire addio
a nessuno.
Non mancheremo alle mogli.

Andiamo
puzzando di carbone
dove sulle panchine siedono 
vecchie statue dei giardini 
nella fonda notte interiore 
della fiorita bowery 
i nostri occhi acquosi 
nella contemplazione
di bottiglie vuote dì moscato. 
Declamiamo versetti dì bibbie trovate 
agli angoli delle strade 
Seguiamo i cani fino ai moli 
Cantiamo laide canzoni 
Tiriamo sassi
Diciamo qualunque cosa
Sbattiamo gli occhi al sole e grattiamoci 
e scontriamoci col silenzio 
Imbrogliamo nei portoni 
Avviciniamo puttane di terza mano 
dopo che chiunque altro se l’è lavorate 
Vagabondiamo a caso nei tramonti sull’East Ríver 
Dormiamo in cabine telefoniche 
Vomitiamo in monti di pietà 
struggendoci per un cappotto da inverno.

Alziamoci e andiamo
nelle fogne della città 
dove i bidoni rotolano
e riappaiono in putride vesti
come i re senza corona degli infernali 
gabinetti per uomini della metropolitana. 
Diamo da mangiare ai piccioni
al Municipio
raccomandandogli di fare i loro bisogni 
nell’ufficio del Sindaco. 
Sbrighiamoci vi dico è l’ora. 
La fine si avvicina.
Improvvisi diluvi 
Disastri nel sole
Cani senza guinzaglio
Una sorella del marciapiede 
ha il reggiseno alla rovescia

Alziamoci e andiamo
verso la fonda notte interiore 
della tranquilla bowery dell’anima 
a ritrovarci
dove i treni s’arrestano in attesa 
sotto il Fiume.
Raggiungiamo
la confusione totale.
Il Ferry del Sud non correrà per sempre. 
Stanno diminuendo i ferry della Baia 
ma non è ancora troppo tardi
per perderci a Oakland. 
Washington deve ancora cadere 
da cavallo.
C’è ancora tempo per sfotterlo 
e proseguire
abbandonando il modulo delle tasse 
e i nostri orologi a prova d’acqua 
barcollando ciecamente dietro gatti randagi 
sotto il ponte di Brooklyn 
statue fiorite in pantaloni rigonfi 
i nostri pianti di latta e le voci immonde 
che si trascinano.
Roba vecchia da vendere!

Andiamocene da qui
nell’interno vero del paese 
dove regnano i monti di pietà 
mera cosciente anarchia su noi. 
Laggiù è la fine
ma il golf continua sugli erbosi campi.
Piove a dirotto
Il Vecchio fa fagotto. 
Il tempo s’è rotto
ma non come si crede.
C’è ancora tempo per affondare 
e pensare.
Vorrei scendere in società. 
Vorrei essere libero.
Vieni lentamente dolce carro. 
Non aspettiamo cadillac 
per raggiungere in trionfo 
l’interno
salutando i nativi
come senatori romani nelle province 
recinte le fronti illuminate 
dell’alloro del poeta. 
Non aspettiamo l’articolo 
sulla prima pagina 
della rivista letteraria del Times
con l’immagine di un successo balordo 
nel sorriso della fotografia. 
Quando la rivista Life 
ti pubblica la foto
sei già diventato negativo
una stampa di lusso su carta lucida. 
Verranno a prenderti 
per renderti famoso 
ma non sarai ancora libero.
Ora vi saluto e me ne vado.
Svendo tutto
e regalo il resto
alle Industrie di Buona Volontà.
Tra poco qui sarà buio
con la banda dell’Esercito della Salvezza.
E la mente avrà la sua propria luce.
Vi saluto ed esco dalla comune.
Chiudete la baracca.
Il sistema è decaduto.
Roma non fu mai così.
Sono stufo di aspettare Godot.
Me ne vado dove le tartarughe vincono
Me ne vado
dove i trafficanti muoiono vomitando 
Giù nelle luride pianure 
del mondo ufficiale. 
Roba vecchia da vendere! 
Paese mio è per te che piango.

Dunque andiamocene da qui 
dimenticando le farfalle sui lampioni 
Lasciamoci crescere la barba 
dell’anarchia vagabonda 
tutti somiglianti a Walt Whitman 
una bomba ballerina in saccoccia. 
Vorrei scendere la scala sociale. 
L’alta società è la bassa società. 
Io sono un arrampicatore sociale 
che si arrampica verso il basso 
E la discesa è difficile. 
L’Ideale della Grossa Borghesia 
è da dare agli uccelli 
ma gli uccelli non sanno che farsene 
una loro regola per beccare ce l’hanno 
ed è basata sulla loro canzone. 
Ahimè quanti piccioni sull’erba.

Alziamoci e andiamo
all’Isola dell’Uomo-libero. 
Liberiamo i porci della pace. 
Sbrighiamoci vi dico è l’ora. 
Alziamoci e andiamo 
nell’interno
della tavola calda Foster. 
Salve Emily Post. 
Salve
Lowell Thomas. 
Addio Broadway. 
Addio Herald Square. 
Mandiamo all’aria il sistema. 
Spengiamolo.
Strappiamo i contratti d’affitto. 
Perdiamo la Guerra 
senza uccidere nessuno. 
Lasciamo i cavalli urlare
e le signore correre
in toelette senza catena.
La fine è appena cominciata. 
Voglio annunciarlo. 
Correte non camminate 
all’uscita più vicina. 
Il vero terremoto è in arrivo. 
Sento gli edifici scuotersi. 
Sono un tipo raffinato. 
Non lo sopporto. 
Me ne vado
dove scaldano le sedie
i collezionisti di mode che si autodefiniscono 
critici letterari.
Il mio arnese è polveroso.
Il mio corpo è stato appeso troppo a lungo 
a strane bretelle.
Datemi per sospensorio 
una sciarpa vivace. 
Scateniamoci e andiamo
dove le macchine sport crollano 
e il mondo ricomincia. 
Sbrighiamoci vi dico è l’ora. 
È un’ora di straordinario 
e qui sta l’inganno. 
Il pensatoio c’impoltrisce.

Andiamocene
verso la perduta eternità.
Da qualche parte i campi sono pieni di allodole. 
Da qualche parte la terra danza. 
Paese mio è per te
che canto.

Alziamoci e andiamo
all’Isola dell’Uomo-libero
a vivere la semplice e piena vera vita 
della saggezza e dello stupore 
dove tutte le cose crescono 
diritte
oblique e cantanti 
nel sole giallo
papaveri nati nell’orma d’una vacca 
angeli pensanti dallo sterco. 
Ora devo alzarmi e andare 
all’Isola dell’Uomo-libero 
molto in alto oltre la voce rotta 
e i boschi dell’Arcadia.

1 commento:

  1. Questa poesia mi ha letteralmente rovinato la vita. Adesso pulisco i cessi ai turisti. Ferlinghetti, non avrei mai dovuto leggerti.

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