" Erri è semplificazione di Harry, nome di suo zio,
figlio di una donna americana venuta in Italia al principio del 1900.
A diciotto anni, nel 1968, lascia studi, famiglia, città e si trasferisce
a Roma dove entra nel movimento politico Lotta Continua, una delle maggiori
formazioni della sinistra rivoluzionaria, militando a tempo pieno fino al suo
scioglimento nel ’76. In seguito fa mestieri da operaio a Torino,
Napoli, in Francia, a Milano, a Catania e infine di nuovo a Roma. Nel
1983/84 lavora in Africa, in un villaggio della Tanzania, come volontario.
Durante la guerra nei territori della ex-Jugoslavia è autista di convogli
umanitari destinati ai profughi di tutte le parti in guerra. Nella primavera del
’99 durante i bombardamenti NATO sulla Serbia è a Belgrado per stare dalla
parte del bersaglio. Considera il bombardamento aereo di una città l’ atto di
terrorismo per eccellenza. In mezzo ai trent’anni inizia a scalare e da allora
pratica con regolarità, specialmente nelle Dolomiti. Come autodidatta
impara diverse lingue per leggere testi in originale. Dall’Ebraico
antico traduce alcuni libri della scrittura sacra. Lo scopo di queste
traduzioni, che lui chiama di servizio, è di fornire la più
letterale versione possibile, tentando la più accanita fedeltà. Dall’
Yiddish traduce vari autori. Abita in una casa tra i campi, costruita insieme a
due operai. Pianta alberi. Ha ricevuto vari premi letterari all’ estero, non in
Italia dove evita di candidare i suoi libri ai concorsi. Non iscritto a un
partito, partecipa ugualmente alla vita politica. La sua attenzione è per gli
immigrati in Italia, contro le loro reclusioni subìte per scarsa documentazione
e non per reati commessi. E’ favorevole al diritto di cittadinanza per chi
nasce in Italia.”
Tratto da Fondazione Erri De Luca
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