venerdì 15 novembre 2013

Anna de Noailles - poesie





L’AUTUNNO
Ecco venuto il radioso freddo di settembre:
il vento voleva entrare e giocare nelle stanze;
ma la casa ha l’aria severa, questa mattina,
e lo lascia fuori a singhiozzare in giardino.

Come tutte le voci dell’estate sono morte!
Perché non si mettono tabarri alle statue?
Tutto è intirizzito, tutto trema e tutto ha paura; credo
che la tramontana batta i denti e che l'acqua stessa abbia freddo.

Le foglie corrono nel vento come impazzite;
vorrebbero andare dove volano gli uccelli,
ma il vento le riprende e sbarra loro la strada:
domani andranno a morire sullo stagno.

Il silenzio è leggero e calmo; per un momento
il vento soffia di traverso come un suonatore di flauto,
e poi tutto ridiventa ancora silenzioso,
e l’Amore che giocava sotto la bontà dei cieli

ritorna per scaldare davanti al fuoco che arde
le sue mani piene di freddo e le gambe infreddolite,
e la vecchia casa che lui trasfigura
trasale e si intenerisce nel sentirlo entrare.


LA VITA PROFONDA

Essere nella natura come albero umano,
dispiegare i propri desideri come fitto fogliame,
e sentire, dalla pacifica notte e dalla burrasca,
la linfa universale affluire nelle mani.
 
Vivere, avere i raggi del sole in viso,
bere il sale ardente della salsedine e delle lacrime
e gustare intensamente la gioia e il dolore
che creano un vapore umano nello spazio.
 
Sentire nel proprio cuore l’aria, il fuoco e il sangue vivi
turbinare come fa il vento sulla terra;
- elevarsi al reale e chinarsi al mistero,
essere il giorno che sale e l’ombra che discende.
 
Come la sera imporpora il colore della ciliegia,
lasciar colare dal cuore vermiglio la fiamma e l’acqua,
e come l’alba luminosa appoggiata al colle
avere l’anima che sogna, seduta al confine del mondo…
 
 
 
 
 
                                                        
 
 

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